Nell’articolo precedente abbiamo parlato di come il suono è composto da una sovrapposizione di onde meccaniche a diverse frequenze, che lo “colorano” in modo diverso. Detto questo il mestiere di un buon sistema audio è riprodurre in maniera equilibrata le diverse possibili frequenze: è bene che a giocare creativamente con questa tavolozza di colori sia il mestiere di musicisti e compositori dei quali non vogliamo sporcare l’opera nel momento in cui la proponiamo alle vostre orecchie.
La prima difficoltà che si para davanti ad un costruttore di casse è data dal fatto che riprodurre bene le frequenze più basse richiede scelte tecnologiche diverse rispetto a quelle più alte. In genere le basse frequenze si ottengono spostando in maniera relativamente “lenta” membrane più grandi, mentre quelle più alte richiedono di muovere molto velocemente oggetti più piccoli e rigidi.
Ci sono svariati metodi elettronici e non per rendere questo fatto meno problematico, ma il primo approccio è spesso quello di fare riprodurre le frequenze basse e/o medio-basse a un trasduttore che si occupa solo di esse, che sentirete spesso chiamare woofer, e le frequenze alte e/o medio-alte a un altro specializzato in esse, che sentirete chiamare… in vari modi, ma facciamo che in questa sede vada bene tweeter. In questo caso parliamo di una cassa a due vie, nel momento in cui scriviamo tutti i prodotti Partybag sono a due vie.
L’esempio di una Partybag!
Nella Partybag 7 ad esempio il dispositivo rettangolare in alto è il tweeter e si occupa delle alte frequenze, l’altoparlante grosso e circolare in basso coperto dalla griglia é il woofer. La scheda elettronica dentro ciascuna Partybag, equipaggiata con quello che si chiama in gergo tecnico un DSP (Digital Signal Processor), si occupa tra le altre cose di distribuire i compiti tra i due in maniera che ciascuno riproduca solo le frequenze che gli riescono bene, e che la somma dei due contributi sia un continuo armonioso e funzionale. Per ottenere più basse frequenze, che incidentalmente sono anche quelle più onerose sulla batteria, il woofer lavora in sinergia con i due fori circolari che vedete sopra di esso, che vanno a formare una cassa di risonanza nota come bass reflex. Questa è un’altra delle soluzioni che più comunemente troverete su casse professionali o semi-professionali.
Ma quindi la “Risposta in Frequenza”?
In termini assolutamente rozzi e casarecci la Risposta in Frequenza è la misura, spesso espressa sotto forma di grafico, di quanto forte un sistema audio riproduce le varie frequenze a parità di segnale di ingresso. Se ad esempio forniamo in pasto alla Partybag Mini una miscela di tutte le frequenze tale che nessuna sia più forte delle altre (quindi una terribile cacofonia da ascoltare), per ogni frequenza il suono uscirà a un livello che posso andare a misurare. Idealmente vorremmo che, essendo tutte uguali in ingresso, siano tutte uguali anche in uscita e quindi all’ascolto: in questo caso il grafico sarebbe piatto. In pratica non è mai così, e con la Risposta in Frequenza potete vedere di quanto ci si discosti da questo ideale, quanto la cassa in esame sia “trasparente”. Si fa prima a mostrarlo che a parlarne, ecco la Partybag Mini:
Un modo piuttosto comune di riassumere grafici come questo è, come facciamo noi sempre nel caso della Partybag Mini, dichiarare “Risposta in Frequenza (-3dB) 100-20000Hz”. Cosa significa? Significa che tra i 100 e i 20000Hz nel grafico non ci sarà un punto che si discosta dal massimo di oltre 3 Decibel. Che non è affatto male! Un altro modo piuttosto comune è parlare di risposta in frequenza “+/- 3dB”, che permette di dichiarare una gamma di frequenze “utili” più grande dato che il criterio è meno severo.
Purtroppo nel mondo della pubblicità si trova veramente di tutto, e non è raro trovare dichiarazioni vaghe tipo “Risposta in Frequenza 40-20000Hz” a voler suggerire che la cassa in questione riproduce una gamma davvero molto ampia di frequenze, senza che sia specificato il criterio con cui questa affermazione viene data per buona. Potrebbe essere +/- 6dB, +/- 10dB o...chi lo sa, dipende da quanto il produttore ha voluto essere severo o meno con sé stesso. Solitamente questo viene fatto per dare a intendere che una cassa "spinge di più sui bassi": scendendo verso il basso il grafico fatalmente cala e allargando la forbice si può giocare sulle aspettative dell’ignaro cliente. Noi preferiamo raccontarla giusta, se no non scriveremmo articoli come questo.
Cosa non dice la Risposta in Frequenza:
Per questi motivi, e perché crediamo nella validità dei nostri prodotti, l’invito che facciamo sempre è di provarli presso i negozi che li rivendono o anche presso la nostra sede, nel caso vi offriamo volentieri un caffè mentre rispondiamo alle vostre domande. Tuttavia un’occhiata alle specifiche tecniche non può guastare, speriamo con questi piccoli articoli di avere dato una mano ai meno esperti ad orientarsi!